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FANGOTERAPIA
Il fango che viene abitualmente usato nelle cure termali, viene preparato impastando con l'acqua termale, è in genere preparato impastando con l'acqua termale una componente solida, il cosiddetto fango vergine, che può presentare una origine diversa ma per lo più è un prodotto di una sedimentazione di terreni alluvionali.
Esistono anche dei fanghi non preparati ma naturali che vengono estratti direttamente dalla sorgente: questi, però, pur potendo rappresentare un rimedio di notevole valore nel trattamento di molte affezione, non rivestono un'importanza pratica in quanto, in natura, non esiste la possibilità di disporre in una quantità sufficiente a soddisfare lo specifico fabbisogno, per cui quelli usati sono tutti oggetto di elaborazione artificiale. Per preparare un fango terapeutico occorre oltre ad una sostanza solida un'acqua termale nella quale questa sostanza deve essere messa a maturare. Perché detto processo si svolga correttamente occorre che l'acqua sia in continuo movimento, sufficientemente calda e vi rimanga per almeno sei mesi, ovvero il tempo necessario che i processi chimici e biologici arricchiscano il fango. I fanghi dell'isola d'Ischia sono generalmente preparati con materiali di natura argillosa di provenienza vulcanica e vengono messi a maturare nelle apposite vasche con acque salso-iodiche ipertermali a corrente continua, fatta eccezione per alcuni antichi stabilimenti termali dove il fango vergine viene ancora messo a maturare direttamente nei bacini ipertermali di acque cloruro-sodico-bicarbonato-alcaline, creando un prodotto termale dagli effetti terapeutici notevoli. L'applicazione del fango va fatta sulla pelle nuda, a digiuno o qualche ora di distanza dalla prima colazione e mai più di una volta al giorno. L'applicazione può essere totale, cioè estesa a tutto il corpo lasciando libero solamente la testa, la regione anteriore del corpo, del torace e dell'addome oppure parziale, cioè limitata ad alcune parti del corpo, a seconda delle patologie trattate. Si applica uno strato di fango ad una temperatura di circa 45° / 48°, per la durata media di circa venti minuti, durante i quali il paziente rimane disteso sul lettino coperto da lenzuola calde. Trascorso il tempo stabilito, il fango viene rimosso e viene effettuata una doccia con acqua termale. La cura dura in media 15 giorni con un giorno di riposo ogni quattro applicazioni.
Il valore curativo dei fanghi deriva da un complesso di elementi (calore, mineralizzazione, potere radioattivo, ecc.) tutti egualmente indispensabili ed anche se non si ha una esaustiva e scientifica interpretazione dei fatti, certamente confermano le indicazioni terapeutiche codificate dall'uso.
Vi sono malattie nelle quali i benefici apportati dalla cura con i fanghi sono rilevanti e certi tra queste vanno annoverate soprattutto quelle delle ossa  e delle articolazioni come artrosi, artriti recidivanti, spondilite anchilosante, postumi di distorsioni, postumi di lussazioni e fratture; quelle delle patologie dei nervi periferici come le nevriti, nevralgie (brachialgie e sciatalgie); quelle delle affezioni dei muscoli come mialgie, alcune miositi per l'azione benefica sul dolore e per l'azione su alcune lesioni osteo-articolari che spesso le accompagnano; malattie dei vasi come le sindromi obliteranti delle arterie periferiche; malattie dell'apparato genitale femminile come infiammazioni croniche degli organi pelvici (postumi di metriti, parametriti, annessiti, ovaro-salpingiti) e per combattere con una certa efficacia alcune forme di sterilità secondaria.





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